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PEDAGOGIA

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La pedagogia dell'emilio: Il punto di partenza dell'Emilio era lo stesso che aveva ispirato Rousseau nel Discorso del 1754, dove si era prodigato per dimostrare che "allo stato di natura le disuguaglianze sono appena evidenti e che la loro influenza è pressoché nulla". Tale convinzione lo induceva a distinguere nettamente l'uomo naturale dall'uomo civile. Il primo era quello che usciva dalle mani del Creatore e, per questo, era il buono; il secondo invece, risentiva della negativa influenza della società, che rovescia e trasforma tutto. Obiettivo dell'opera era, quindi, dimostrare la necessità di abbandonare le modalità educative tradizionali, che snaturavano l'uomo per farne un individuo incapace di essere pienamente se stesso, al fine di adottare, invece, una pedagogia rispettosa degli interessi e delle abilità del bambino, oltre che in grado di valorizzarne le risorse e ascoltarne i bisogni. Dato che lo sviluppo fisiologic

PEDAGOGIA

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LA PROPOSTA PEDAGOGICA DI JEAN-JACQUES ROUSSEAU Vita e opere: Rousseau nacque a Ginevra nel 1712, rimase orfano di madre e perso presto anche il padre. Fu costretto a lasciare Ginevra. Proseguì i studi in modo tutt’altro che lineare e nel frattempo lavorava come apprendista presso un cancelliere.  Nel 1762 scrisse Emilio o dell’educazione , un trattato che crebbe la sua fama in Europa. Rousseau fu un autore di opere di contenuto eterogeneo, da testi teatrali a trattati politici. Lo stato di natura: Per il filosofo il concetto di “natura” è alla base dell’educazione e viene presentato forte controtendenza rispetto al suo tempo. É un ipotesi intellettuale che rinvia a un presunto stato originario dell’uomo. Emilio: il primo libro:   L’Emilio è un romanzo pedagogico nel quale viene presentata l'educazione di un immaginario fanciullo, Emilio. Egli viene presentato dalla nascita fino all'età adulta. Ci sono cinque libri, ciascuno dedicato

ANTROPOLOGIA

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La classificazione del mondo: Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell’ordine della natura. L’etnoscienza è lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale. Tali conoscenze possiedono gradi di sistematicità e di coerenza notevoli, sebbene differenti e meno esatti di quelli elaborati dalla scienza moderna. Due antropologi americani, Berlin e Kay, fecero un’analisi sulla classificazione dei colori e giunsero a tre conclusioni: tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore, la terminologia cromatica di base si sviluppa secondo una linea precisa, il numero dei termini per indicare i colori sono in relazione con la complessità culturale e tecnologica della cultura in questione. Tempo e spazio: due categorie della mente umana: Due categorie fondamentali sono il tempo, le relazioni di anteriorità, contemporaneità e successione tra eventi, e lo spazio, le

ANTROPOLOGIA

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Parola e mondo: Gli individui delle culture fortemente orali hanno una memoria ben salda siccome riescono a ricordare cose che per un individuo alfabetizzato sono spesso impossibili da ricordare senza l’aiuto di una traccia scritta. In certe culture si ritiene che i nomi abbiano un potere sulle cose e sugli essere umani. Scrittura, oralità e memoria: La diffusione della scrittura ha inciso sul modo di pensare degli esseri umani. Prima della scrittura e della sua diffusione, le tecniche di memorizzazione erano diverse. Laddove la scrittura è assente, si ricorre a tecniche mnemoniche. Queste tecniche però tendono a produrre effetti omeostatici, la memoria tende cioè ad eliminare tutto ciò che non ha interessa per il presente.  La scrittura, quando comparve e si diffuse, rappresentò un “addomesticamento del pensiero”.  Essa ebbe tre importanti rilessi sul pensiero: facilità lo sviluppo e la diffusione del pensiero astratto e dei suoi strumenti logici e linguis

ANTROPOLOGIA

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Comunicazione orale e scritta: Fino a non molto tempo fa esistevano le cosiddette società a oralità primitiva. Si tratta di società che non  conoscevano alcuna forma di scrittura. Oggi queste società non esistono più. Esistono però delle società i cui componenti sanno che cos'è la scrittura ma non la usano o raramente. La scrittura comparve in Mesopotamia con il popolo dei sumeri ed è conosciuta come scrittura cuneiforme.  La scrittura alfabetica risale al XIV secolo a. C. e fu inventata dai fenici. Gli attuali cantastorie e poeti hanno un modo di recitare simile a quello dei poeti-cantori dell’antichità   e trasmettono i loro testi attraverso metodi orali. Per imparare le storie essi si affidato a tecniche mnemoniche. Questioni di intelligenza:   Tutti gli esseri umani possiedono analoghe potenzialità intellettuali e esse prendono direzioni diverse a seconda del contesto sociale e culturale. Esse si dividono in: •astrazione: capacità di isolare u

ANTROPOLOGIA

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PENSARE, COMUNICARE, CLASSIFICARE Il pensiero: concreto e astratto: I modi di comunicare sono diversi da cultura a cultura, anche se non esiste un modello rigido  all'interno di nessuna di esse.  A modi di comunicare diversi corrispondono modi di pensare diversi.  Il pensiero si divide in concreto, ossia un pensiero che ha come fondamento l’esperienza, è affatto, ossia un pensiero che elabora generalizzazioni e concetti al di là delle proprietà fisiche.  La comunicazione invece si divide in orale, ossia ogni comunicazione che utilizza come mezzi la voce e il linguaggio parlato, e scritta, ossia la comunicazione che usa segni convenzionali come mezzi per fissare e trasmettere il linguaggio. Tutti gli esseri umani sono dotati più o meno delle stesse capacità sensoriali e intellettuali e, se vi sono differenze tra loro, queste di manifestano all'interno di tutte le culture e non tra le culture. Levi-Strauss osserva nel suo libro le differenze tra i