PEDAGOGIA


La pedagogia dell'emilio:

Il punto di partenza dell'Emilio era lo stesso che aveva ispirato Rousseau nel Discorso del 1754, dove si era prodigato per dimostrare che "allo stato di natura le disuguaglianze sono appena evidenti e che la loro influenza è pressoché nulla".
Tale convinzione lo induceva a distinguere nettamente l'uomo naturale dall'uomo civile. Il primo era quello che usciva dalle mani del Creatore e, per questo, era il buono; il secondo invece, risentiva della negativa influenza della società, che rovescia e trasforma tutto.
Obiettivo dell'opera era, quindi, dimostrare la necessità di abbandonare le modalità educative tradizionali, che snaturavano l'uomo per farne un individuo incapace di essere pienamente se stesso, al fine di adottare, invece, una pedagogia rispettosa degli interessi e delle abilità del bambino, oltre che in grado di valorizzarne le risorse e ascoltarne i bisogni.
Dato che lo sviluppo fisiologico non dipende dall'individuo, secondo Rousseau, era necessario rispettarlo ed assecondarlo. Per questo motivo, consacrava la prima parte del suo romanzo ad illustrare le più moderne pratiche igieniche e di puericultura, utili a preservare la salute fisica e psichica del bambino.
L'apporto originale di Rousseau alla pedagogia:

Numerosi sono i meriti dell'opera di Rousseau, la quale, per la circolazione che ebbe sia tra i profani sia tra i cultori dell'educazione, contribuì davvero ad ampliare gli orizzonti della cultura pedagogica occidentale.
Il primo riconoscimento è quello di avere reso chiare anche al grande pubblico le trasformazioni che regolano lo sviluppo dell'essere umano e le loro implicazioni educative.
Il secondo apporto riguarda la tesi secondo cui ciascun individuo è portatore di capacità originali.
Il terzo contributo innovativo dell'opera rousseauiana riguarda la figura dell'educatore: opponendosi all'immagine tradizionale del genitore e del precettore quale figura autoritaria e direttiva, Rousseau pensava all'adulto come a colui che si prodiga per organizzare le situazioni educative più idonee a far maturare l'allievo. Questo tipo di modalità viene comunemente definita "educazione indiretta", in quanto non è basata sull'imposizione di un modello o di contenuti a cui l'educando deve più o meno consapevolmente aderire, ma valorizza l'esperienza dell'allievo, chiamato a rielaborare in modo autonomo e soggettivo gli apprendimenti acquisiti con la pratica.

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