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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

PEDAGOGIA

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La pedagogia dell'emilio: Il punto di partenza dell'Emilio era lo stesso che aveva ispirato Rousseau nel Discorso del 1754, dove si era prodigato per dimostrare che "allo stato di natura le disuguaglianze sono appena evidenti e che la loro influenza è pressoché nulla". Tale convinzione lo induceva a distinguere nettamente l'uomo naturale dall'uomo civile. Il primo era quello che usciva dalle mani del Creatore e, per questo, era il buono; il secondo invece, risentiva della negativa influenza della società, che rovescia e trasforma tutto. Obiettivo dell'opera era, quindi, dimostrare la necessità di abbandonare le modalità educative tradizionali, che snaturavano l'uomo per farne un individuo incapace di essere pienamente se stesso, al fine di adottare, invece, una pedagogia rispettosa degli interessi e delle abilità del bambino, oltre che in grado di valorizzarne le risorse e ascoltarne i bisogni. Dato che lo sviluppo fisiologic

PEDAGOGIA

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LA PROPOSTA PEDAGOGICA DI JEAN-JACQUES ROUSSEAU Vita e opere: Rousseau nacque a Ginevra nel 1712, rimase orfano di madre e perso presto anche il padre. Fu costretto a lasciare Ginevra. Proseguì i studi in modo tutt’altro che lineare e nel frattempo lavorava come apprendista presso un cancelliere.  Nel 1762 scrisse Emilio o dell’educazione , un trattato che crebbe la sua fama in Europa. Rousseau fu un autore di opere di contenuto eterogeneo, da testi teatrali a trattati politici. Lo stato di natura: Per il filosofo il concetto di “natura” è alla base dell’educazione e viene presentato forte controtendenza rispetto al suo tempo. É un ipotesi intellettuale che rinvia a un presunto stato originario dell’uomo. Emilio: il primo libro:   L’Emilio è un romanzo pedagogico nel quale viene presentata l'educazione di un immaginario fanciullo, Emilio. Egli viene presentato dalla nascita fino all'età adulta. Ci sono cinque libri, ciascuno dedicato

ANTROPOLOGIA

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La classificazione del mondo: Tutti i popoli possiedono una conoscenza più o meno ricca e complessa dell’ordine della natura. L’etnoscienza è lo studio di come le differenti culture organizzano le proprie conoscenze del mondo naturale. Tali conoscenze possiedono gradi di sistematicità e di coerenza notevoli, sebbene differenti e meno esatti di quelli elaborati dalla scienza moderna. Due antropologi americani, Berlin e Kay, fecero un’analisi sulla classificazione dei colori e giunsero a tre conclusioni: tutti gli esseri umani sono in grado di percepire tutte le gradazioni del colore, la terminologia cromatica di base si sviluppa secondo una linea precisa, il numero dei termini per indicare i colori sono in relazione con la complessità culturale e tecnologica della cultura in questione. Tempo e spazio: due categorie della mente umana: Due categorie fondamentali sono il tempo, le relazioni di anteriorità, contemporaneità e successione tra eventi, e lo spazio, le

ANTROPOLOGIA

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Parola e mondo: Gli individui delle culture fortemente orali hanno una memoria ben salda siccome riescono a ricordare cose che per un individuo alfabetizzato sono spesso impossibili da ricordare senza l’aiuto di una traccia scritta. In certe culture si ritiene che i nomi abbiano un potere sulle cose e sugli essere umani. Scrittura, oralità e memoria: La diffusione della scrittura ha inciso sul modo di pensare degli esseri umani. Prima della scrittura e della sua diffusione, le tecniche di memorizzazione erano diverse. Laddove la scrittura è assente, si ricorre a tecniche mnemoniche. Queste tecniche però tendono a produrre effetti omeostatici, la memoria tende cioè ad eliminare tutto ciò che non ha interessa per il presente.  La scrittura, quando comparve e si diffuse, rappresentò un “addomesticamento del pensiero”.  Essa ebbe tre importanti rilessi sul pensiero: facilità lo sviluppo e la diffusione del pensiero astratto e dei suoi strumenti logici e linguis

ANTROPOLOGIA

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Comunicazione orale e scritta: Fino a non molto tempo fa esistevano le cosiddette società a oralità primitiva. Si tratta di società che non  conoscevano alcuna forma di scrittura. Oggi queste società non esistono più. Esistono però delle società i cui componenti sanno che cos'è la scrittura ma non la usano o raramente. La scrittura comparve in Mesopotamia con il popolo dei sumeri ed è conosciuta come scrittura cuneiforme.  La scrittura alfabetica risale al XIV secolo a. C. e fu inventata dai fenici. Gli attuali cantastorie e poeti hanno un modo di recitare simile a quello dei poeti-cantori dell’antichità   e trasmettono i loro testi attraverso metodi orali. Per imparare le storie essi si affidato a tecniche mnemoniche. Questioni di intelligenza:   Tutti gli esseri umani possiedono analoghe potenzialità intellettuali e esse prendono direzioni diverse a seconda del contesto sociale e culturale. Esse si dividono in: •astrazione: capacità di isolare u

ANTROPOLOGIA

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PENSARE, COMUNICARE, CLASSIFICARE Il pensiero: concreto e astratto: I modi di comunicare sono diversi da cultura a cultura, anche se non esiste un modello rigido  all'interno di nessuna di esse.  A modi di comunicare diversi corrispondono modi di pensare diversi.  Il pensiero si divide in concreto, ossia un pensiero che ha come fondamento l’esperienza, è affatto, ossia un pensiero che elabora generalizzazioni e concetti al di là delle proprietà fisiche.  La comunicazione invece si divide in orale, ossia ogni comunicazione che utilizza come mezzi la voce e il linguaggio parlato, e scritta, ossia la comunicazione che usa segni convenzionali come mezzi per fissare e trasmettere il linguaggio. Tutti gli esseri umani sono dotati più o meno delle stesse capacità sensoriali e intellettuali e, se vi sono differenze tra loro, queste di manifestano all'interno di tutte le culture e non tra le culture. Levi-Strauss osserva nel suo libro le differenze tra i

PSICOLOGIA

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Il ciclo della famiglia: La famiglia è il contesto più immediato all'interno del quale si modellano l'identità e lo sviluppo del bambino. Il processo di crescita più immediato dei bambini si compie attraverso il susseguirsi di varie tappe evolutive che espongono spesso la famiglia e i suoi componenti a momenti critici. Tali momenti vengono definiti normativi , in quanto ritenuti fisiologici e necessari allo sviluppo stesso. Le tappe principali del ciclo famigliare sono : la costruzione da parte di due persone di una identità di coppia, con la decisione di convivere, l'attesa e poi la nascita dei figli, l'infanzia e l'adolescenza, l'invecchiamento dei nonni, l'apertura a nuore, generi, nipoti, l'invecchiamento e la necessità di appoggiarsi ai figli. Il matrimonio e la convivenza: Il matrimonio rappresenta il contratto sociale attraverso cui una coppia diventa visibile e tutelata nei propri diritti e doveri. Doveri come un nuovo a

PSICOLOGIA

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TIPI DI FAMIGLIA La famiglia patriarcale: I colossali cambiamenti che hanno investito la popolazione negli ultimi 50 anni (l’invecchiamento conseguente al calo demografico, le migliorate condizioni economiche e sociali, i diritti di cui godono i cittadini) si sono ripercossi direttamente anche sulla fisionomia della famiglia, contraddistinta oggi, nel nostro Paese, da una diminuzione del numero di bambini. In passato la tipologia famigliare più diffusa era quella della famiglia patriarcale e l’organizzazione era a forma piramidale.  La famiglia mononucleare: Nel corso degli ultimi decenni si sono modificati considerevolmente la composizione, il ruolo e il significato della famiglia: si è giunti una struttura “orizzontale”, che tende a crescere per fratture e ricomposizioni e che non prevede né vertici né gerarchie. Oggi le famiglie mononucleari rappresentano una tipologia in rapida diffusione. Si sono poi moltiplicate le realtà con genitori separati e divor

PSICOLOGIA

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LA FAMIGLIA Dalla famiglia nucleare ai gruppi famigliari: Dare una definizione precisa di famiglia oggi non è facile. Sarebbe meglio parlare di famiglie, perché esistono diverse forme di organizzazione e strutturazione dei gruppi famigliari. Gli antropologi avevano evidenziato che già alla fine dell’Ottocento e Novecento la famiglia occidentale nucleare non rappresentava l’unica forma di famiglia possibile ma piuttosto una delle tante in cui può strutturarsi l’organizzazione famigliare, a seconda del contesto geografico, culturale e sociale. Però anche in una stessa società troviamo tipologie diverse di famiglia. Nel volume “Famiglie” Laura Fruggeri, riprendendo la descrizione elaborata da David Kantor e William Lehr negli anni Settanta, ritiene che “Entrerebbero così in questa categoria tutti quei gruppi famigliari che soddisfano la maggior parte dei propri bisogni definiti in modo collettivo e congiunto, che mettono in grado i propri membri di realizzare gli scopi de

SOCIOLOGIA

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La devianza: In sociologia si parla di devianza per indicare gli atti e i comportamenti che deviano le  norme. Per disincentivare i comportamenti che deviano le norme condivise vengono utilizzate le sanzioni, che solitamente sono di tipo informale e sono forme di pressione che la società esercita sull'individuo perchè questi si conformi alle norme e alla cultura dominante. Per l'osservazione sociologica non esistono comportamenti in se stessi devianti, infatti un comportamento è deviante solo rispetto a un modello condiviso dalla società. Il concetto di devianza non è dunque un concetto valutativo (non esprime giudizio di valore) ma è un concetto osservativo (si limita ad esprimere la constatazione che quel comportamento non segue la linea del resto della popolazione). La criminalità: LA criminalità è la forma più rilevante di devianza ed è uno dei temi centrali della sociologia. Essa coincide con quel tipo di devianza che concerne le norme che la societ

SOCIOLOGIA

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IL DISORDINE Il mutamento sociale: Nella società esiste anche il disordine, sotto forma di cambiamenti, conflitti, criminalità e necessità di essere socialmente compreso. In ogni società, periodicamente, si verificano dei mutamenti di vario tipo. Il mutamento sociale può essere definito come l'alterazione nel corso del tempo dei modelli di ordine sociale, e con il tempo è divenuto una delle caratteristiche distintive della nostra società, al punto che ne è derivato un vero e proprio mito del progresso.  Nessuna società è assolutamente statica e un fattore di cambiamento è dato ad esempio dalle variazioni demografiche o dai mutamenti culturali. Un altro fattore di cambiamento particolarmente importante poichè costituito da soggetti sociali, è il comportamento collettivo, che si manifesta quando un insieme di individui agisce e ha degli effetti sulla società senza fare affidamento su un sistema codificato di ruoli e posizioni, quindi quando l'azione av

SOCIOLOGIA

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I ceti: Alla stratificazione per reddito e per professioni si sovrappone la stratificazione per atteggiamenti e consumi culturali. Per definire questa complessità si può utilizzare il concetto di ceto che fa riferimento allo stile di vita che le persone conducono e al tipo di riconoscimento sociale a cui ambiscono. Il ceto è stabilito fondamentalmente dallo stile di vita che essa conduce e dai consumi. L'appartenenza ad un ceto piuttosto che a un altro è determinata dal riconoscimento sociale che una persona ottiene dagli altri. La stratificazione di ceto è meno fluida e meno flessibile di quella di classe perchè l'appartenenza ad un ceto dipende da fattori culturali, la cui acquisizione è molto più complessa di quella di fattori materiali come la ricchezza.  La cultura: Appartenere ad un certo strato sociale porta a sviluppare un certo tipo di cultura e condividere quel tipo di cultura è una delle condizioni che indicano l'appartenenza a quel g

SOCIOLOGIA

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Lo status dell'individuo: Anche nelle società, come nelle organizzazioni, vengono a crearsi delle posizioni alle quali sono legati dei ruoli. Quelle posizioni, chiamate status sociale, sono determinate da fattori quali denaro, prestigio, potere e cultura. Tramite oggetti, vestiti e comportamenti noi possiamo dare veri e propri segnali della posizione sociale che occupiamo; questi "simboli" sono definiti come status symbol. Lo status non è solo quello delle persone privilegiate, ma ciascuno di noi occupa necessariamente una certa posizione all'interno della stratificazione sociale, e anche se inconsciamente noi attribuiamo a tutti un certo status cercando di capire lo strato a cui  le persone con cui veniamo in contatto appartengono.  Le classi sociali: La principale categoria utile per descrivere la stratificazione nella società industriale è quella di classe sociale. Fu portata all'attenzione dei sociologi da Karl Marx, il quale sosten

SOCIOLOGIA

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LA STRATIFICAZIONE SOCIALE  La stratificazione e la mobilità: La  stratificazione sociale  è la condizione degli  strati sociali , composti da individui o  gruppi , collocati vicini o sovrapposti in una scala di superiorità o inferiorità relativa a seconda della  ricchezza , del  potere , del  prestigio  ovvero di ciò che la società in cui vivono ritiene rilevante ai fini della distinzione socia le.  LA società presenta dunque al suo interno diversi strati che si differenziano tra loro per il diverso accesso che i membri hanno alle risorse comuni.  L'idea di stratificazione sottolinea due aspetti importanti della società:  è descritta come una collettività disposta secondo una scala gerarchica in cui ci sono condizioni migliori e condizioni peggiori e per ciascuno la possibilità di accedere ad esse è determinata dalla sua estrazione sociale; la gerarchia sociale è una gerarchia di gruppi relativamente omogenei al loro interno.  La società occi

PEDAGOGIA

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LA FORMAZIONE DEL GENTLEMAN Formare il carattere: Locke disegna  un delicato equilibrio tra l’autorità del precettore e la libertà dell’allievo : quella del  gentleman  dev’essere infatti una  open education , in grado di valorizzare la libertà e la creatività del giovane signore. La libertà deve però essere educata perché il discente diventi capace di  resistere ai propri desideri , contrastare le proprie inclinazioni   e seguire semplicemente ciò che  la ragione stima migliore ,  che nel caso presente non indica più l’etica universale dei classici, ma   il calcolo e l’interesse, quale nuovo  id eal e della  gentry. Si riconosce così, nella valorizzazione lockeana dell’autodominio o  self control  il fine classico dell’educazione come raggiungimento della virtù o dell’eccellenza, ma declinato nella  nuova sensibilità , quale espressione della   civiltà  –  vale a dire del corretto comportamento esteriore – della   saggezza e della   cultura .  L’educazione è quindi

PEDAGOGIA

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LOCKE E LA SOCIETA' INGLESE TRA SEICENTO E SETTECENTO Vita e opere: John Locke fu uno dei massimi filosofi inglesi, egli fu allevato dal padre, il quale era un severo Politano. Il filosofo studiò Oxford e in seguito insegno greco e retorica. Locke  passo al servizio del terzo conte di Shaftesbury e divenne suo segretario e precettore dei figli. Dopo un periodo trascorso in Francia egli torna in Inghilterra e riprese a collaborare con Shaftesbury, il quale fu accusato di tradimento e fuggí in Olanda. Locke lo raggiunse e potè rientrare in patria, dove si dedicò alla stesura delle due opere più importanti. Esperienza, utilità, tolleranza: Locke negò l'esistenza de idee innate, affermando che vi sono solo quelle originate dall'esperienza sensibile. Non esiste, quindi, l'idea innata Dio, tanto è vero che popoli diversi ne hanno idee diverse. Ne consegue che in materia religiosa deve vigere la tolleranza. Se non esistono idee innate, i bambini n

PEDAGOGIA

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ILLUMINISMO E EMPIRISMO Nuove pratiche: Nel corso del settecento in Europa ebbe luogo un dibattito  che portò al ripensamento di molte delle pratiche sino ad allora impiegate nell’allevamento e nell’educazione dei figli all’interno delle famiglie e una revisione dell’organizzazione e della gestione delle scuole da parte delle monarchie.  Le pionieristiche ricerche sull’origine e sulla sviluppo delle idee di David Hume, Denis Diderot, Locke, misero in crisi la tradizionale teoria dell’innatismo, secondo cui l’uomo sarebbe nato con alcune idee già impresse nella mente, tra le quali la più importante quella di Dio. Il compito dell’educazione nell’infanzia , era quello di risvegliare tale idea con lo studio della religione, al fine di condurre il bambino sulla strada della salvezza eterna. La migliore conoscenza dei processi mentali dell’essere umano porto a individuare l’origine della conoscenza dell’esperienza e delle capacità sensoriali e intellettive dell’ind

PSICOLOGIA

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LA COESIONE E LA MENTALITA' DI GRUPPO La funzione della coesione: Quando si parla di interazione dei componenti di un gruppo in realtà ci si riferisce al concetto di coesione, ovvero la tendenza del gruppo a sopravvivere, mantenendo la sua composizione interna attraverso il legame che unisce ogni membro e porta il sacrificio degli interessi individuali per favorire quelli collettivi. Si tende a mantenere un comportamento conforme per soddisfare il desiderio di consenso e approvazione: i membri di un gruppo che si aspettano l’uno dall’altro determinati comportamenti non richiesti invece hai non appartenenti. e la sua misurazione: Alcuni studiosi di psicologia sociale hanno messo a punto un metodo per misurare il grado di coesione di un gruppo e l’eventuale formazione di sottogruppi. Questo metodo è stato introdotto da Jacob Levy Moreno e prende il nome di sociometria. Esso consiste nel chiedere ad ogni membro di un gruppo di indicare chi preferisca tra gli individ

PSICOLOGIA

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IL POTERE E LA FIGURA DEL LEADER Le diverse forme di potere: l potere è la possibilità che un individuo pensare e controllare il comportamento altrui e si esprime in diverse forme: il potere di ricompensa, cioè la possibilità di attribuire gratificazione materiali o simboliche; Il potere coercitivo, cioè la possibilità di imporre sanzioni punizioni; il potere legittimo, basato sulla condivisione da parte di un gruppo di determinati valori e norme; il potere di esempio, per cui le persone si identificano in colui che detiene il potere; potere di competenza, per cui un individuo o un gruppo riconoscono una persona conoscenze specifiche in un determinato ambito. I diversi tipi di leadership: Il leader è colui che esercita maggiore influenza sugli altri membri del gruppo, facilitando il raggiungimento di un obiettivo comune. Solitamente ha uno status più elevato, fa rispettare le norme e detiene il maggior numero di informazioni all’interno del gruppo. La leadership asso

PSICOLOGIA

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LE NORME E LE RETI DI COMPORTAMENTO Le regole di comportamento e le loro funzioni: Le norme sono l’insieme delle aspettative condivise dal gruppo rispetto al modo di comportarsi in quanto appartenenti al gruppo medesimo. Esse indicano le regole di comportamento, sia quando si sta con persone dello stesso gruppo sia quando si interagisce con un gruppo esterno. L’individuazione delle norme serve anche a delimitare lo spazio di libertà individuale all’interno del gruppo, il limite, cioè, oltre il quale la diversità di un comportamento può sfociare in devianza. In sintesi potremmo dire che le norme assolvono le seguenti funzioni:  mantenimento del gruppo;  Raggiungimento degli obiettivi;  costruzione di sistemi di riferimento per l’interpretazione della realtà;  definizione dei rapporti con l’esterno, cioè con gruppi esterni, istituzioni e organizzazioni. La comunicazione nel gruppo: La comunicazione all’interno di un gruppo è fondamentale in quanto favorisce lo